SENTIERO DI S.WILLY

FOTOGRAFIE


Giornale di viaggio

Percorso: Il sentiero di San Vilì; in tre giorni Trento - Pinzolo!

Partecipanti : Claudio, Franco, Manuela, Raffaele, Rosella, William

1°giorno- 3 giugno 2011
Ritrovo e partenza dalla piazza di Vela * ore 7.00
Paola accompagna in automobile il marito (Claudio) sul luogo dell'appuntamento; lo stesso fa.
Oreste marito di Rosella che si è preso f incarico di portare gli altri partecipanti fino a Trento.
Manuela (ufficialmente per problemi di lavoro!) raggiungerà i compagni di viaggio la sera,
direttamente al B&B di Ranzo, destinazione finale di questa prima tappa.
Causa traffico la partenza per l'escursione viene posticipata di alcuni minuti; alle ore 7.25, dopo le
presentazioni ufficiali, ci si avvia!
Dopo un'oretta di cammino vediamo il cartello SAT con l'indicazione - "5' a Dos del Ghirlo" - .
Siamo soddisfatti: tra poco inizieremo la discesa verso i laghi di Lamar.
Prima delusione della giornata: subito dopo la segnaletica "Dos de1 Ghirlo" - che del dosso ha ben
poco - inizia una vera e propria salita ammazza gambe. Si sale fino al "Dos Alt'e in vetta, la sosta
è d'obbligo per rifiatare (e la seconda che facciamo); poi ci si cala fino al primo dei due laghi di
Lamar. Colpo d'occhio più unico che raro: sembra di essere alla presenza di un lago delle antiche
leggende, con l'acqua color smeraldo che riflette una vegetazione rigogliosa e ... un silenzio carico
di segreti inimmaginabili!
Pranzo al ristorante “Ai tre faggi" presso il lago. - panino con lo speck (che si farà sentire per tutto il
pomeriggio) e bibita. Una mezzoretta di riposo che, invece di ristorarci, ci fa apprezzare ancora di
più 1a fatica accumulata fino a quel momento.
Poco prima di Covelo - sono circa le due - inizia a cadere una leggera pioggia: ci accompagnerà
fino alla fine della giornata, anche se, per la verità non è eccessivamente fastidiosa. Armati di ombrellino e
coprizaino impermeabile affrontiamo il resto della tappa odierna.
Giunti in paese, intimoriti dalle condizioni atmosferiche e su consiglio di alcuni paesani, decidiamo
di abbandonare il percorso ufficiale: invece di scendere a Ciago e poi risalire fino a Margone,
tagliamo direttamente verso quest'ultima località lungo il sentiero SAT 612.
La salita diventa impervia; l'acciottolato è molto fastidioso; la fatica ti entra dentro e ti lascia
svuotato. Al primo bivio che incrociamo ci sentiamo smarriti e con l'ausilio della cartina Compass -"
diligentemente portata da Raffaele - Franco, Claudio e Raffaele suggeriscono di percorrere un
ulteriore tratto in salita, per poter così incrociare il "sentiero di San Vili". L'idea di ridurre il
percorso si trasforma in maggior dislivello da superare e maggior strada da percorrere (e strada non
si può sempre chiamare il sentiero per capre che siamo costretti a discendere). L'altimetro di Willy,
infatti, ci svela che abbiamo raggiunto una quota eccessivamente elevata (1050 metri invece degli
840 metri su cui dovremmo trovare/incrociare il "sentiero"); nostro malgrado dobbiamo perdere
quota. Alla fine della giornata, questo errore, ci costerà 300 metri di dislivello e 1000 metri di lunghezza.
A Margone ci concediamo una nuova sosta: I'acqua della fontana è buona e fresca. Il luogo e
incredibilmente piacevole e giace su un piccolo, ameno, altopiano. Sembra di trovarsi in un vecchio
e abbandonato abitato sardo: gli unici esseri viventi che vediamo, e che incuriositi dalla nostra
presenza cercano timidamente di avvicinarsi, sono asini, capre e caproni.
Ormai siamo tutti molto provati e all'unanimità viene deciso di affrontare, quale ultimo tratto del
giorno, un sentiero alternativo a quello principale: e leggermente più breve e, soprattutto, non si
devono affrontare nuove salite. L'altro lato della medaglia è dover percorrere un tratto di strada
asfaltata (la provinciale che porta al paese di Ranzo).
Quando arriviamo al "nostro" alloggio - I'agritur Lino e Anna *l'anziana proprietaria ci offre (e
tutti la sorbiamo volentieri) una grappetta casereccia.
Doccia ristoratrice, breve pennichella e ritrovo al ristorante di donna Cecilia.
Alla "compagnia" si aggrega Manuela accompagnata dall'amico Paolo.
Durante la cena (canederli, carne salada e fasoi, insalata e crostata, con Willy che da buon atleta
preferisce la variante spaghetti al pomodoro) scopriamo, allibiti, che Paolo, assieme ad un amico e
ad un'amica hanno percorso il "sentiero del Vili" in un solo giorno. Sedici ore di sofferenza.
Pensare che "noi" credevamo di essere dei buoni camminatori, avendo deciso di percorrere il
Sentiero in soli" tre giorni, invece dei cinque previsti dalla SAT.

2° giorno - 4 giugno 2011
Sveglia ore 7.00 *partenza ore 8.00
La colazione, non compresa nel "pacchetto pernottamento", la faremo più avanti
Appena fuori Ranzo, a fianco della chiesetta di S.Vigilio, Manuela, allertata da informazioni
reperite nel web, scopre, all'interno di una cassetta di legno, il "Sello". Anche il Sentiero di San
Vigilio, come quello ben più famoso di Compostela, ha il timbro di validazione (peccato che non ce
ne siano altri nelle tappe successive).
Verso le ore 10.00 - vicino a S. Lorenzo in Banale - poco dopo la localita di Deggia, ai piedi di una
grande croce di pietra, dividiamo le ultime riserve ci cibo. Colazione da veri pellegrini!
Verso mezzogiomo entriamo nel bar/paninoteca di Sclevo (patatine, birra e caffè) per una breve
sosta.
Il pranzo lo consumiamo a Stenico - Albergo al castello - . Ai piedi del castello, all'ombra di una
serie di orribili ombrelloni, ordiniamo il menù: insalata, tonno e mais (Willy insiste: pasta
al1'amatriciana). Il tempo non ci aiuta e l’illusione dura poco: nuvoloni neri che avanzano verso di
noi, avanguardia di un temporale che in lontananza possiamo già vedere, ci spingono a spostarci
all'interno del locale. All'uscita con la fame se ne è andato anche il maltempo. Franco convince
Rosella, Manuela e Willy a salire sopra la cascata del Rio Bianco per poterla meglio ammirare.
Claudio e Raffaele optano per la sosta nell'area pic-nic. Quando si riparte Franco non si accorge di
aver "seminato" il suo ombrellino e, poco dopo, allertato da Claudio e Raffaele, è costretto a
ritornare sui suoi passi per recuperarlo.
Tappa, fino ad ora non molto impegnativa, adesso si deve affrontare il quotidiano gran premio
della montagna". Si sale a Iron, villaggio abbandonato nel 1630 a causa della peste: premio finale,
un "rosso" in compagnia di Fausto (un conoscente di Franco) e, per coloro che non sono entusiasti
della bevuta, evitare a fine giornata di "salire" fino al nostro alloggio. Il nostro B&8, ci dicono gli
esploratori Franco e Raffaele, si trova, infatti, sopra l'agglomerato di Ragoli e questa deviazione ci
consente di raggiungerlo arrivando da una quota superiore!
A Iron (la salita per raggiungerlo è stata più dura di quanto dica il solo dislivello percorso) Franco
scopre che la casa di Fausto e chiusa. Senza perdersi d'animo trova immediatamente un'alternativa
e ci conduce a casa di Luigi Ballardini (vino, birra e noci); una vicina, la signora Monfredini (sta
disfando due vecchie maglie per riutilizzarne il filato) sollecitata dal più che carburato Franco ci
'offre" delle buonissime ciliegie (l'albero da cui le cogliamo e stracarico!). Infine, dopo
un'ulteriore, breve, salita raggiungiamo l'apice del percorso odierno e finalmente scendiamo
all'agognato B&B di Giacomo Ceranelli. L'alloggio è molto bello, carino e ristrutturato con gusto
dal suo proprietario che ci accoglie in modo caloroso (1o convinciamo a cenare con noi). Manuela ci
porta a salutare una sua amica di Ragoli e scopriamo che assieme a suo marito ci raggiungeranno
;per cena (preparata da "noi maschietti" con le cibarie portate la mattina del giorno precedente).
Una volta alloggiati, il Dott.Bugna viene chiamato a prestare la "sua opera": dovrà effettuare un
delicato intervento chirurgico. Armato di olio e pinzetta (portata con grande sagacia da Raffaele)
deve staccare sei zecche dal tronco di Raffaele che, sacrificandosi per tutti noi, ha calamitato su di
sé nella tappa di ieri (passaggio ai laghi di Lamar?). Scopriremo, a viaggio concluso, che le zecche
non erano "solo" 6: ce n'erano altre due avvinghiate anche alle gambe!
Conclusione: la cena è stata preparata da Rosella e Manuela!
Menù: pasta, insalata (di Berson city), tonno, formaggio, salame e, portati dai "coniugi Monica",
pane fatto in casa e Nutella.

III' giorno - 5 giugno 2001
Ore 7.30 - la colazione è pantagruelica: pane, Nutella, marmellata e confettura, yogurt, frutta,
caffe, latte, the e infusi vari e, quasi ancora calda e preparata dal padrone di casa, una torta.
ore 8.00 - foto di rito, con promesse (da marinai!) di rivedersi e partenza.
Le gambe, oggi, pare girino meglio!
Claudio, forse drogato dall'abbondante dose di "Nutella", parte di gran carriera. Rosella resiste e
non perde terreno' Willy, §enza all'apparenza nessuno sforzo, fa da elastico tra i due battistrada. In
35 minuti i tre raggiungono la chiesetta di Cerama: hanno percorso 2,5 Kilometri e superato 400
metri di dislivello. Dopo 7 minuti di riposo vengono raggiunti dagli altri 3 componenti la
spedizione. Nella seconda parte di salita il gruppo, seppur sfilacciato, rimane unito.
Claudio passa il testimone e si accoda; per il resto della giornata "paga la bravata', iniziale
Raffaele (più esperto) affronta la salita, e in generale tutto il  percorso dei tre glomi, con il ..suo
passo", la "sua cadenza".

Rosella che all'inizio del viaggio esprimeva timore ed insicurezza sulle sue doti atletico/fisiche,
svela con candore di essersi provvidenzialmente preparata con un paio d'ore giornaliere all'aria
aperta".

Manuela, alla faccia degli impegni lavorativi, si presenta a questo appuntamento super allenata
grazie ai trekking in Italia e all'estero (sud America, Nepal, Tibet, ecc.). '
Franco racconta di non aver svolto una preparazione specifica, ma pare non stancarsi mai! Che il
percorso sia facile, difficile, o particolarmente impegnativo, lui si prodiga in spiegazioni e
delucidazioni (non è un caso infatti che nell'ambiente SAT venga definito il piero Angela di Pieve
di Bono):più parla e mero fatica
Willy è sicuramente il più preparato e allenato (partecipa regolarmente alle gare in montagna e alle
maratone)- Come un folletto del bosco corre, rallenta, sostiene e ricuce la distanza tra i vari
componenti del gruppo; ora è davanti, ora è dietro; ora ti affianca o ti raggiunge. Con i suoi due
cronometro/altimetro (quello al polso sinistro e del tipo a pressione atmosferica; quello al polso
destro e regolato e sintonizzato al GPS) ci tiene informati sulle distanze percorse, sul dislivello
raggiunto, sul tempo trascorso.
A passo Daone (massima altitudine raggiunta dalla spedizione -1300 metri-) ci ricompattiamo
(Franco, Manuela e Claudio sono rimasti indietro essendosi intrattenuti con dei paesani davanti alla
thie-s1di Montagne): viene deciso all'unanimità di lasciare la strada asfaltata e rientrare sul sentiero
del Vili (già avevamo "saltato" il giro del monte Amolo). Purtroppo dopo un'oretta di discesa le
tracce del sentiero si perdono. Forse i proprietari dei fienili si sono stufati di vedersi passare sui
piedi dei "pellegrini" e hanno eliminato la segnaletica. Dopo una inutile e sgradevole deviazione si
ritorna al punto iniziale. Spaventati dall’incombenza di nuvoloni neri, presagi di pioggia in arrivo
che vediamo già cadere al di là della valle sui gruppi del Care alto e delle Lobie , si decide di
concludere la discesa imboccando la strada provinciale" (l'asfalto ci farà pesare in modo negativo
tale scelta).
Quando arriviamo nel fondovalle, in val Rendena, a Ches e poi a Spiazzo, abbiamo le gambe
distrutte (la discesa sull'asfalto è terribile) e "l'acqua" non è ancora arrivata! Sono le ore 14.00.
decidiamo di entrare in una pizzeria. Con nostra sorpresa (siamo a giugno in una valle vocata al
turismo) troviamo tutti i locali (ristoranti e pizzeria) chiusi. L'alternativa e entrare in un ..bar
biancolgelateria". Franco si-sacrifica: oggi non pranzerà (toast) con il suo abituale quartino di rosso.
Dopo la visita alla pieve di S.Vigilio (fu in questo luogo, a Spiazzo, secondo là tradizione che
venne compiuto il martirio del Santo) viene deciso (con la sola voce discordante di Franco) di
raggiungere Pinzolo, meta finale del nostro pellegrinare, attraverso la ciclabile di valle.
Verso le ore 16.15 arriviamo alla chiesetta di San Vigilio a Pinzolo, famosa per la sua..Danza
Macabra". Si è appena celebrato un funerale e il custode, Elio Ciaghi,generosamente si propone di
raccontarci la storia di questo antico edificio sacro, dei dipinti e dei suoi arredi. Nel frattempo ci
ha raggiunto Paolo e stiamo aspettando Oreste. Dopo aver visitato l'interno dell'edificio, Raffaele e
Claudio cedono alla fatica, escono e si stendono sul prato esterno alla cinta muraria Villy, ancora
una volta, li raggiunge e fa loro compagnia
Arriva la "famosa" Toyota di Rosella. Il gruppo si ricompone e si parte verso casa.

Prima fermata Caderzone: Manuela,l'ultima arrivata e la prima a lasciàre la compagnia!
Seconda fermata: rotatoria di Ragoli. Claudio scende in attesa che la moglie lo venga a riportare a
Trento.
Terza ed ultima fermata: piazza di Ragoli. Franco e Willy e Raffaele trasbordano sulla Peugeot di
quest' ultimo, lasciata nel parcheggio il venerdì mattina.
Il viaggio e finito!!!

Conclusioni

Percorso impegnativo (la SAT lo consiglia in 5 giorni e forse con ragione, anche se, come
sappiamo, lo si puo’ bruciare in un solo giorno) in particolare la prima giornata!
Gruppo che, da subito - piazza di Vela -, ha dimostrato un ottimo affiatamento.L'innesto di
Manuela, a Ranzo, non ha minimamente destabilizzato gli equilibri raggiunti nella prima giornata di
cammino, anzi ha offerto nuova linfa e coesione.
E' auspicabile che, tempo permettendo (vale sia come tempo atmosferico, che come tempo a
disposizione) vengano organizzate altre uscite I


Resoconto economico
viene deciso (la prossima volta toccherà a qualcun altro!) che Claudio sia il cassiere; si raccolgono
50,00 euro a testa.
Pranzo ai Laghi di Lamar - 3 giugno 2Al1 orc l2.ZB
Spesi - 30,90 euro (6,18 euro pro capite)
Cena a Ranzo - 3 giugno 2011 ore 20.00
Spesi - 129,00 euro (18,43 euro pro c.)
Manuela si "carica' il costo di Paolo.
Notte a Ranzo
Spesi - 120,00 euro (20,00 euro pro c.)
Spuntino a Sclevo - 4 giugno 20I l ore 12.00
Spesi - 10,50 euro (1,75 euro pro c.)
Viene rimpinguata la cassa con ulteriori 50,00 euro a testa.
Pranzo a Stenico - 4 giugno 2011 ore 14.22
Spesi - 38,60 euro (6,43 euro pro c.)
Cena a Ragoli - 4 giugno 2011 ore 20.00
Spesi - 35,00 euro (5,84 euro pro c.)
Anticipati da Raffaele.
Notte a Ragoli (Pernottamento e colazione)
Spesi - 170,00 euro (28,33 euro pro c.)
Pranzo a Spiazzo - 5 giugno 2011 ore 14.07
Spesi - 36,00 euro (6.00 euro pro c.)

La spesa totale e stata di euro 92,96
A Pinzolo sono stati restituiti 8 euro a testa.
Manuela ha "aggiunto" l8 euro per il pasto di Paolo a Ranzo.

p.s. A differenza di quanto pronosticato da Raffaele all'arrivo a Pinzolo, Claudio puo affermare che
non ha dovuto aspettare martedì per sentire le gambe doloranti e dure: l'effetto si è presentato già al
risveglio di lunedì. La prossima volta è meglio che Claudio "tari" I'allenamento all'uscita
programmata!








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