JAKOSWEG



FOTOGRAFIE DEL VIAGGIO



Diario di viaggio
Itinerario Jakobsweg
San Candido – Brennero       10/15 maggio 2012
Partecipanti: i soliti noti, a cui si aggiunge la gradita presenza di Lucia

10 maggio giovedì
- ore 13.00 Tione: Franco, Raffaele, Rosella (che in mattinata ha lavorato) e Manuela (il suo turno finisce proprio alle 13.00) si incontrano e si avviano verso Trento. La macchina è messa a disposizione da Manuela.
- ore 14.00 Trento: la Punto imbocca il viale della stazione. Rosella e Raffaele rimangono a “guardia” degli zaini. Manuela e Franco portano l’automezzo in via Moggioli; lo sistemano nel parcheggio della nonna Maria e ritornano in stazione (a piedi).
- ore 14.25 Trento: il gruppo si compatta. Raffaele sfrutta questi minuti di attesa per “caricare” i polmoni (un po’ di nicotina non guasta mai!): sul treno vige la regola del “divieto”! Rosella, preoccupata, si rende conto di avere lo zaino più pesante del gruppo: supera i 12 Kg. Manuela, anima della spedizione, pur avendo lo zaino di soli 7 Kg, ha con sé oltre un Kg di carta; ogni tappa viene spiegata nei minimi dettagli (cartina, altimetria, ore di percorrenza, ecc.). Con tale materiale dovrebbe essere difficile perdersi! Franco è sulle spine (il ritardo di Claudio è quasi imbarazzante) e decide di accendere e usare il telefonino. Chiede aiuto a Raffaele e Rosella e insieme riescono a trovare il numero di Claudio.
- ore 14.48 Trento: Claudio arriva in stazione. Nel frattempo i biglietti del treno sono stati acquistati: Rosella anticipa i soldi! Tutti insieme si recano al binario: come da manuale il treno è in ritardo (solo 5’).
- ore 15.01 sul treno: abbracciamo e salutiamo Willy e Lucia che ci hanno tenuto il posto. Scopriamo che Willy (per piccoli acciacchini) è, finalmente, un po’ umano: quest’anno ha potuto iscriversi a poche maratone! Ci informa che ha un nuovo telefono (sistema android): potremo così sapere e “vedere” quanto abbiamo camminato, quanto tempo abbiamo impiegato, quale percorso abbiamo seguito ecc. (intanto che leggete queste righe potete vedere tutte le informazioni su “s giacomo 2 per cwilly100 in Garmin Connect – Dettagli” E-mail del 16 maggio scorso).
-ore 16.50 sul treno appena partiti da Fortezza: la “maggioranza” vota, con un solo contrario (Claudio), di nominare Claudio cassiere. A lui vengono consegnate 50 euro cadauno e un portamonete in pitone quale cassaforte del gruppo.
-ore 18.10 San Candido: siamo in südtirolo. Con puntualità teutonica siamo arrivati e ci mettiamo in “cerca” del nostro garnì.
- ore 18.25 San Candido: prendiamo possesso delle nostre camere. Una matrimoniale ai coniugi Willy e Lucia. Una doppia alle fanciullette. Una tripla ai tre maschietti. Poi. Dopo un breve tour del paese (Franco è già in “tema” e ci convince a visitare la Chiesa Parrocchiale di San Michele - Originaria del XII secolo con uno sitle romanico, fu rimaneggiata nel 1735 per adattarla allo stile barocco; dati i molteplici ornamenti può apparire anche come stile rococò.- e il cimitero) ci infiliamo nel locale Wiesthaler. A parte Lucia (intollerante al latte) tutti si fanno convincere (da Claudio) a terminare la cena con il “leggero” Kaiserschmarrn (dal tedesco "Kaiser", cioè "Imperatore", e "Schmarr(e)n", "Frittata dolce")

Ricetta - Il kaiserschmarren può essere preparato in vari modi. Di solito la chiara dell'uovo, separata dal rosso è sbattuta e montata a neve, intanto il rosso dell'uovo va mescolato con lo zucchero e appena è ben mischiato c'è da aggiungere piano piano un po' di farina, un po' di latte, un pizzico di sale e se si vuole anche un po' di uva passa e alcuni pinoli. Alla fine bisogna mischiare questa pastella con la chiara d'uovo montata a neve e poi mettere tutto in una padella dove si è fatto sciogliere un bel pezzo di burro. Nella padella l'impasto deve dorare bene ed è meglio che non sia alto più di un dito perché bisogna girarlo e tagliarlo con la forchetta mentre cuoce.
ingredienti per 4 persone
5 uova
50 grammi di zucchero
250 grammi di farina "00" passata nel setaccio
0,4 litro di latte
1 pizzico di sale
1 manciata di uva passa
80 grammi di burro
zucchero a velo
marmellata di mirtillo nero, in dialetto Gränden

11 maggio
-ore 8.00 San Candido colazione: ottima e abbondante.
Franco si lamenta: ha passato una notte con incubi e deliri. Gli unici momenti di dolce risveglio sono stati procurati dal “leggero” respiro di Raffaele, che a sua volta non ha chiuso occhio per i numerosi richiami fatti da Franco. Lucia ha dormito a singhiozzo; Willy, invece, ha dormito come un angioletto. Rosella e Manuela - dicono - di “non essere disturbate”. Claudio si rigenera con una colazione abbondante.
Rosella dichiara di preparare ogni anno 110 kg di marmellata e la padrona di casa le carpisce la ricetta.

Ricetta – La frutta deve essere ben pulita, sbucciata secondo i casi, snocciolata e liberata dai torsoli, dai picciuoli e tagliata a pezzetti. Riporla in una pentola, aggiungere lo zucchero e la spremuta di limone; rimestare e lasciare riposare, macerare a freddo, almeno per 4 ore. Poi cuocere per 1 ora a fuoco vivace mescolando con cura.
Invasare in vasi puliti e sterilizzati. La marmellata deve essere bollente (se c’è pericolo che il vaso si rompa inserire un cucchiaino). Tappare e rovesciare il vaso in modo che si raffreddi rovesciato.
Quando la marmellata viene aperta, meglio un paio di mesi più tardi, non ingozzatevi!
ingredienti
1 Kg di frutta a pezzetti
300 grammi di zucchero
1 limone

- ore 8.45 San Candido: il tempo è splendido, la compagnia…..anche! Finalmente si parte. Dopo una breve salita raggiungiamo le sorgenti della Drava: un piccolo rigagnolo che però, con i suoi 749 chilometri, è il fiume più lungo tra quelli che nascono e scorrono, almeno parzialmente, sul territorio italiano. L’unico fiume italiano che non sfocia nel bacino del Mediterraneo ma in quello del Mar Nero e, prima di diventare un affluente del Danubio, tocca 5 stati. Il gruppo, a parte Claudio, si disseta e si rinfresca con l’acqua della fonte: la leggenda vuole, infatti, che le sue acque siano miracolose!
- ore 11.45 Villabassa: si decide di pranzare “al sacco”. C’è chi compera il pane, chi la frutta e chi va al supermercato. Poi si beve l’aperitivo. Claudio chiede ad una signora “indigena” sistemata sul vicino tavolo se può prendere una sedia libera del suo tavolo: ne nasce una discussione assurda spenta solo dal fatto che Claudio, scocciato, si rivolge ad altri avventori. “Conquistata” la sedia/trofeo ritorna la quiete.
Dopo una breve visita in paese (Franco spinge per entrare e visitare una chiesa ma, la prima è chiusa, per la seconda c’è da fare troppa strada) ci si avvia sul cammino e dopo pochi kilometri (ore 13.30 circa) ci si ferma e pranziamo.
- ore 17.00 Valdaora. Breve visita alla chiesa di Valdaora di sopra e poi via verso la meta. Gli ultimi 1.500 metri sono drammatici: il viale che porta a Valdaora di sotto sembra non terminare mai!
In particolare: Franco si lamenta di un dolore ai piedi; Manuela ha una vescica sull’alluce destro, Raffaele e Claudio (maglie nere del gruppo) arrancano e si trascinano a vicenda; Willy offre generosamente la sua solidarietà passando dalla testa al fondo del gruppo, un avanti e indietro inesauribile!
-ore 17.20 Casa Graber. Appartamentino ai coniugi. Manuela e Rosella, più toniche e pronte, scippano la stanza doppia con bagno a Claudio e Franco. Raffaele ha una stanza tutta per sé; il bagno è in corridoio ed è da spartire con Claudio e Franco. Sfruttiamo la bella giornata per fare il “bucato”; Rosella e Manuela, impietosite, ci permettono di stendere i panni sul loro poggiolo.
- ore 18.30 Garnì Graber: dopo una doccia ristoratrice ci portiamo tutti sul terrazzo delle due “signorine” e, mentre ci godiamo gli ultimi raggi di sole, pianifichiamo la serata; poi ci spostiamo in salotto. La padrona di casa (stravolgendo i nostri piani) ci informa che in questa stagione tutti i locali del paese sono chiusi; se vogliamo mangiare dobbiamo ritornare a Valdaora di sopra. Panico!
In alternativa ci propone un “Pizzapoint home service”: una di quelle pizzerie a cui ordini per telefono la comanda e un giovanotto con il motorino viene e consegna il tutto a casa tua! Le bibite le mette la padrona di casa Graber. Il salotto si trasforma in una sala da pranzo e tutti si rilassano.
- ore 19.00  Le pizze vengono consegnate e tutti mettono in moto l’apparato masticatorio. Rosella spara una nuova ricetta.
Boccioli di tarassaco in olio di oliva da mangiare come stuzzichini con salumi e formaggi.
Ricetta - i fiori si raccolgono in primavera quando sono ancora piccolissimi e senza stelo. Versare in un tegame; il vino e l’aceto. Aggiungere il sale, il pepe e l’alloro. Quando il liquido bolle aggiungere i boccioli che dovranno essere coperti (altrimenti aggiungere il vino ecc. per un’altra dose o più fino a che il tutto vada a coprire i boccioli che ancora nono sono stati versati nel tegame) e che dovranno bollire per 2 minuti. Scolare e mettere i boccioli ad asciugare su un canovaccio. Dopo un paio d’ore (i boccioli devono essere freddi e ben asciutti) invasare in un vasetto piccolo (tipo quelli dei capperi). Sul fondo del recipiente mettere una foglia di alloro fresco, versare i boccioli e coprirli con olio d’oliva (no extravergine). Lasciare riposare al buio per una notte; al mattino rabboccare fino a che i boccioli siano completamente coperti. Tappare e riporre per almeno 2 mesi in cantina.
Quantità
2 pugni  di boccioli
1 bicchiere di vino bianco
2 cucchiai di aceto bianco o di mela (no aceto balsamico)
1 cucchiaio da caffè di sale grosso
3 grani di pepe nero
1 foglia di alloro (da cuocere) e 1 da aggiungere nel vasetto
Olio di oliva q.b.
Dopo mangiato Franco e Rosella propongono un breve giro per il paese. La chiesa è chiusa; il cimitero no! Tira un vento più freddo che fresco e Raffaele, Manuela e Claudio optano per rientrare al garnì; gli altri si spingono fino a Valdaora di sopra. La scusa ufficiale è quella di una camminatina di defaticamento; la realtà è che desiderano bere una grappetta digestiva!
- ore 8.00 12 maggio Garnì Graber: colazione alla “tedesca”. Salame, prosciutto, speck, formaggio e burro. Claudio chiede la Nutella: quasi tutti la mangiano (Franco e Raffaele la borriscono!) e i panini imbottiti (con i salumi vari) finiscono negli zaini per l’ora di pranzo. Poi si parte. La giornata è uggiosa ma, come pronosticato dalle previsioni meteo, non “prendiamo” l’acqua.
Non fa freddo, anzi è quasi soffoco e la tappa è molto bella; quasi tutta si snoda nel bosco. Unica parte “cittadina” l’attraversamento di Brunico; sosta al castello. Ai piedi della rocca è in corso una festa di paese. C’è la possibilità di fare degli assaggi e molti del gruppo non disdegnano questo spuntino. Cerchiamo di mimetizzarci tra i numerosi “alpini” (domani, 13 maggio, a Bolzano si terrà l’adunata nazionale).
-ore 17.30 Dopo una breve deviazione raggiungiamo il nostro garnì a Valdaora di Sopra. L’edificio fa parte di un vecchio complesso. Le camere sono ampie ed arredate con mobilio in arte povera (il soffitto è a cassettoni). Raffaele ha una camera tutta per sé con anche un balcone (molto importante per pausa sigaretta). Siamo gli unici avventori e si respira un atmosfera di “casa”. Dopo un ragionevole “tempo relax” scendiamo a cena.
- ore 19.30 cena: la sala da pranzo è molto tradizionale. Tutta in legno e con la classica stufa in muratura con panche e sovrastante letto.  Ci portano canederli, ossobuco, cotolette, riso, insalata mista e gelato. Franco e Raffaele tengono banco con il “filò”: “storie” del tempo che fu. La notte si riempie di spiriti e folletti che ben si confanno in questa vecchia stube altoatesina.
- ore 8.00 domenica 13 maggio Vandoies. Colazione abbondante: tanti dolci, frutta e salumi. Prepariamo anche i panini per il pranzo, paghiamo e partiamo
Qualcuno si lamenta per l’indolenzimento delle gambe (Claudio ha qualche problema in più – ha proprio dolore - ma, stringe i denti e resiste) ma lo spirito è alto. Fa caldo e il sole ci accompagna per gran parte della giornata, anche se le “previsioni” promettevano acqua!
-ore 11.00 Rio Pusteria. Ci fermiamo in piazza del municipio e prendiamo l’aperitivo. Nella chiesetta che chiude la piazza è in corso la cerimonia della I Comunione. All’uscita dalla chiesa i ragazzi sono attesi dalla banda del paese che fa loro “festa” con musica  e canti (i vestiti della banda sono appena stati estratti da una pellicola cinematografica degli anni cinquanta: un vero spettacolo nello spettacolo!). Franco e Manuela perdono la testa: li dobbiamo allontanare a forza. Finalmente si riparte e subito nasce una intensa discussione: le indicazioni del “cammino” non sono delle più chiare. Alla fine Franco e Raffaele si impongono; si procede per il percorso alto, che a fine giornata si dimostrerà il più indicato. Dopo una breve salita si domina tutta la valle: molto bello!
All’ora di pranzo scopriamo sul nostro cammino un maso: sembra quello di Hansl e Gretel, un incanto! Come nelle più classiche delle fiabe la realtà è più triste di quanto non si pensi. Il pranzo non lo consumeremo seduti a tavola, dentro questa fiaba moderna. Il proprietario, lui si il cattivo della fiaba, si dimostra assai inospitale e scortese. A malincuore riprendiamo il sentiero (superando ostacoli e staccionate sistemate a regola d’arte “dall’orco” della nostra storia) e poco dopo, esausti, ci fermiamo a pranzare. Franco, Lucia e Willy intravvedono un capriolo: un po’ di sollievo nello scoramento generale. Poi si scende verso l’Abazia di Novacella con la sua tanto decantata “cantina”. Arrivati troviamo una spiacevole sorpresa: è tutto chiuso. Niente mangiata e bevuta. Visitiamo la chiesa e il chiostro e poi via verso la nostra meta finale: Fortezza. Le indicazioni sono poche e ben confuse e Claudio, dopo aver chiesto a due ciclisti (indigeni?) quale sia la strada migliore, propone una scorciatoia. Che scorciatoia non si dimostrerà! Costeggiamo il lago di Varna in mezzo al verde; poi saliamo sulla ciclabile. Il sole se ne è andato. Affrontiamo l’ultimo tratto di Jacobsweg su un nastro di asfalto con un vento freddo che ci sferza il viso e che ci accompagnerà fino alla sera del giorno dopo.
- ore 18.00 Fortezza: il nome è tutto un programma. Posto infelice, freddo e brutto. Da dimenticare (anche l’albergo che sicuramente non è all’altezza dello standard altoatesino). L’unica cosa che difficilmente tutti non dimenticheranno è il colore della moquette e delle tende delle nostre camere: rosso sangue!
- ore 7.30 14 maggio lunedì Fortezza. Colazione: vedi descrizione albergo. Usciamo e sbattiamo in un vento gelido. Fino a Stilves camminiamo sulla ciclabile; un percorso chiuso tra la montagna e la ferrovia. Da sconsigliare. Casomai, come alternativa, prendere il treno a Bressanone e scendere a Campo di Trens e portarsi a Stilves. Qui, sulla terrazza dell’hotel Wieser, abbiamo consumato i nostri panini e bevuto una pinta di succo di mela; qualcuno ha scelto, invece, una “dose” di succo d’uva (quello fermentato per capirsi). Da qui in avanti il cammino ritorna ad essere favoloso. Arrivati a Vipiteno, sempre in compagnia del nostro amico vento, decidiamo di salire fino a Tunes. Una piccola deviazione per visitare la chiesetta di S:Giacomo.Solo 500 metri di salita e altrettanti di discesa; non a caso lungo il sentiero (impegnativo) troviamo le stazioni della Via Crucis che, per non offendere nessun gruppo etnico, riportano le scritte in latino. Nella chiesetta Rosella scova un libretto/manoscritto dell’antica cappella e, forte del titolo di “lettore ufficiale della chiesa di Roncone” (Roncone = famosissima località turistica nelle Dolomiti) ci legge la storia di questo famoso tempio. Foto di rito e partenza per “haus Kofler”.
- ore 17.00 prendiamo possesso delle camere. Franco e Raffaele si rifiutano di dormire in tripla. Lucia e Willy, impietositi, decidono di rompere (momentaneamente) il sacro vincolo del matrimonio. Willy dorme con Raffaele e Claudio si adatta a dormire con Franco!
- ore 18.30 ci spostiamo verso il centro. Dopo aver percorso il corso principale (su e giù, su e ancora giù) finalmente scegliamo il ristorante. Tipico locale südtirolese: cena gustosa, compagnia piacevole.
- ore 8.00 15 maggio Vipiteno Haus Kofler: colazione (non ci sono i salumi; poco male. Pranzeremo al ristorante). Si parte alla volta di Colle Isarco e si decide di non procedere fino a Brennero.
Giornata favolosa, splendida. Percorso bellissimo; visto che è breve decidiamo anche di fare una deviazione fino alla cascata di Colle Isarco. Quando arriviamo in paese Claudio si fionda alla “i”. Delusione: nei pressi di Colle non esistono masi in cui si può mangiare e bere. Decidiamo di sederci e pranzare sui tavolini di un albergo in centro (hotel Schuster). Il vento è calato completamente e il sole splende con forza.
Raffaele ci propone una ricetta per la pasta.
Ricetta – Soffriggere la cipolla e la pancetta. Quando la cipolla è dorata (2/3 minuti) aggiungere le patate, dopo circa altri 10 minuti aggiungere le zucchine e un goccio d’acqua. Coprire il tegame e lasciare cuocere a fuoco lento per una ventina di minuti. All’occorrenza aggiungere un goccio d’acqua.
Nel frattempo cuocere la pasta “lasciandola un po’ indietro”.
Quando il sugo è pronto versare la pasta (scolata) nel tegame e farla “saltare” per un minuto.
Metterla nel piatto e ….mangiarla!
ingredienti per 4 persone
2 cucchiai da cucina di olio extravergine
4 patate medie crude tagliate a pezzettini (a dadini)
2 zucchine taglite a dadini
1 hetto di pancetta affumicata tagliata a dadini
¼ di cipolla
Dopo mangiato sorbiamo un digestivo; Franco è costretto, suo malgrado, ha ordinare e bere anche una grappa. Il caffè che ha gli hanno portato conteneva, invece della correzione richiesta, un distillato all’anice.
Rimaniamo seduti sulla terrazza dell’hotel Schuster fino alla partenza del treno. Abbiamo così l’occasione di parlare, di scambiarci opinioni e di scrivere questo diario; un breve resoconto “romanzato” di questi bellissimi giorni! Poi via verso la stazione, verso il “treno”; quel treno che ci riporta alla realtà quotidiana.


Manuela 347 7804928    manuelasartori vivoscuola.it
Raffaele 389 9909735     raff1303 excite.it
Willy      366 5257260    cwilly100 yahoo.it
Rosella   339 3892599   
Franco   389 9633570     franco.bugna alice.it

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